Marianna Amico Roxas
Nasce il 21 dicembre del 1883 da una famiglia ricca e molto in vista nella società del tempo. Studia nei migliori collegi: dapprima ad Acireale e poi a Napoli.
In piena “belle epoque” è una donna raffinata, elegante, abile cavallerizza e pianista, parla correntemente il francese che è la lingua straniera più in voga nella società del tempo.
È un “buon partito” e tante sono le proposte di matrimonio. Marianna, invece, ha altri e alti progetti: vuole entrare nella Congregazione delle Suore Serve dei poveri fondata da padre Giacomo Cusmano.
L’opposizione della famiglia, però, le impedisce di seguire questa scelta. “Il Signore – scrive mons. Speciale nel volume Marianna Amico Roxas una donna nella Chiesa – le mandò incontro tre angeli che le indicarono e l’avviarono in una via che neppure conosceva, la Compagnia di Sant’Orsola”.
La Compagnia, fondata da Sant’Angela Merici nel 1535, prevede la consacrazione a Dio vivendo nel mondo.
I tre “angeli” che l'aiutano a concretizzare il suo desiderio di donarsi a Dio sono mons. Alberto Vassallo, cugino della madre e poi Nunzio Apostolico; mons. Antonio Augusto Intreccialagli, Carmelitano Scalzo e vescovo di Caltanissetta; Giulia Vismara, direttrice della Compagnia di Sant’Orsola a Milano chiamata a Palermo dall’arcivescovo Lualdi su sollecitazione dello stesso Intreccialagli.
Da quell’incontro, il 6 maggio 1912, a Marianna è chiara la chiamata che il Signore le sta facendo: vivere da vergine consacrata nel mondo.
Fonda la Compagnia di Sant’Orsola nella diocesi di Caltanissetta, nel 1925 in quella di Catania (e la dirige fino al 1939) e, nel 1938, in quella di Caltagirone.
Due gli aspetti che Marianna cura con particolare attenzione: la selezione rigorosa dei nuovi membri della Compagnia e il rispetto fedele dello spirito mericiano.
In più occasioni si scontra con parroci o sacerdoti che non riescono a comprendere il nuovo modo di vivere la vocazione di questo istituto secolare autonomo.
Tutta la sua vita è impegnata, nonostante la fragilità fisica, a seguire la crescita spirituale delle tante figlie e dei gruppi sia tramite contatti epistolari, sia spostandosi continuamente per tutta la Sicilia. La sua forza sono la preghiera e la fede incrollabile nel Signore. Opera senza clamori con tutte le sue forze per i poveri e i bisognosi e affronta la malattia e la sofferenza come mezzo per purificarsi ed elevarsi a Dio.
Muore a San Cataldo, in fama di santità, il 24 giugno 1947.
Le sue spoglie mortali riposano nella chiesa Madre di San Cataldo accanto a quelle dello zio mons. Alberto Vassallo e a quelle di mons. Cataldo Naro.
Ella, per l'ambiente del centro Sicilia, allora contadino, arretrato e chiuso, svolse un ruolo molto attivo nella promozione del ruolo della donna nella Chiesa e nella società. La sua fu una vita di azione e di esempio.
La sua esistenza è stata una continua offerta di carità e amore per il prossimo.
“Marianna Amico Roxas – ha scritto mons. Mario Russotto - ha scelto due fondamenti per restare salda nel Signore: l’Eucaristia e Gesù Crocifisso.
La santità di Marianna non sta nelle cose grandi, ma nelle cose piccole, nel vivere nella semplicità, nello stupore continuo, nell’attenzione agli altri, soprattutto ai più poveri, nel sentirsi costantemente avvitata dalla presenza di Gesù e percepire questa presenza e fare ogni cosa per Dio, per fare piacere a Gesù”.