Presentazione della Positio super vita virtutibus et fama sanctitatis di Marianna Amico Roxas
Giovanni Paolo II nella Novo Millennio Ineunte ha scritto che «la prospettiva in cui deve porsi tutto il cammino pastorale è quello della santità… È ora di riproporre a tutti con convinzione questa “misura alta” della vita cristiana ordinaria» (Giovanni Paolo II, NMI nn. 29-31).
Mons. Naro nell’introduzione delle lettere di Marianna Amico Roxas, era arrivato alla convinzione, che poi ha sviluppato molto nei vent’anni successivi, che «Non soddisfa più una storia della Chiesa che ignori le figure dei santi, le correnti di spiritualità, la pastoralità dei Vescovi e la concreta vita di devozione del popolo cristiano. Occorre favorire una ricostruzione della storia della Chiesa che parta dal basso». (C. Naro, Introduzione a “Lettere di Marianna Amico Roxas a Giulia Vismara” ES 1987).
Marianna Amico Roxas insieme ad altre sue amiche sentiva forte l’appello di Dio a una totalità di consacrazione, direi proprio a una nuzialità, a una sponsalità consacrata. Eppure non si trovava nella vita religiosa, negli istituti di vita religiosa, né semplicemente si accontentava o sentiva soddisfacente altra forma di vita così impegnata, apostolica quale la Pia Unione delle Figlie di Maria. C’era qualcosa di più che cercava e don Alberto Vassallo l’aiutò in questa ricerca. Ed ecco il primo intreccio della Provvidenza: già da anni in ottimi rapporti personali con Giulia Vismara, superiora della Compagnia di S. Orsola di Milano, Mons. Intreccialagli mise in contatto don Vassallo con la Vismara.
Si è trattato in pratica di avviare una forma di vita consacrata a Dio nel mondo, che si differenziava dalla tradizionale forma religiosa, sia per l’assenza dell’abito e della vita comune, sia per il superamento di una sorta di semplice vita così credente e devozionale. Si differenziava anche per la serietà e la continuità dell’impegno richiesto, per la consistenza delle iniziative catechistiche e caritative intraprese, per l’inserimento più dinamico nella realtà sociale locale e per la precisa fisionomia di istituto di perfezione cristiana con la propria regola.